Si è svolta a Bruxelles la premiazione del concorso ". Per la Commissaria Vassiliou "la traduzione contribuisce alla solidarietà" mentre secondo la vincitrice italiana "servono nuove idee, bisogna saper sfruttare le lingue".
Si è svolta la mattina dell'11 aprile alla presenza di Androulla Vassiliou, Commissaria europea per l'Istruzione, la cultura e il multilinguismo, la premiazione dei 27 vincitori del concorso annuale di traduzione Juvenes Translatores, indetto dalla Direzione generale della Traduzione della Commissione europea per gli studenti della scuola secondaria. Più di 3 000 allievi diciassettenni hanno partecipato al concorso organizzato nelle scuole di tutti gli Stati membri nel novembre 2012. Ogni concorrente aveva due ore per tradurre un testo da una delle 23 lingue ufficiali dell'UE verso una delle rimanenti 22 lingue.
Aprendo la cerimonia la commissaria Vassiliou ha osservato:
"Lo scopo di questo concorso è innanzitutto sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’importanza della traduzione per l’Europa e stimolare l'interesse per questa professione e i suoi diversi aspetti (dalla traduzione tecnica a quella letteraria, dai sottotitoli allo sviluppo di strumenti per la traduzione automatica). Forse alcuni tra voi, incoraggiati dal concorso e dalla visita che domani compieranno presso la DG Traduzione della Commissione europea, sceglieranno di esercitare la professione del traduttore, come hanno già fatto molti tra i vincitori delle precedenti edizioni.
Come ha osservato Umberto Eco, la lingua dell’Europa è la traduzione. Ma aggiungo che lo spirito dell'Europa è la solidarietà. E la traduzione contribuisce alla solidarietà, perché fa incontrare le persone e le aiuta a sentirsi comprese altrove, informate e coinvolte. L’Unione europea ha bisogno dei suoi cittadini e del loro costante sostegno. Solo grazie alla traduzione coloro che non parlano le lingue straniere possono partecipare al processo democratico che plasma l’UE. È importante ricordarlo poiché siamo nel 2013, Anno europeo dei cittadini .A questo tema sarà dedicata tra l’altro la prossima edizione di Juvenes Translatores, che lanceremo in autunno."
Francesca Magri, l'allieva del Liceo Linguistico Europeo paritario S.B Capitanio di Bergamo che quest'anno è risultata la migliore giovane traduttrice italiana, ha pronunciato uno splendido e attualissimo discorso, del quale riportiamo alcuni passi:
"Le parole hanno il potere strabiliante di mettere in relazione persone, popoli, paesi. Al giorno d'oggi la conoscenza delle lingue straniere occupa un'innegabile posizione di spicco, volta a tessere una grande tela di rapporti fra nazioni. Studiare le lingue significa dare una voce comprensibile allo straniero, che con il tempo acquisisce un volto amico. Parlare la lingua della persona che si ha davanti vuol dire avere la possibilità di creare un'empatia unica, che può apportare enormi vantaggi, nel campo lavorativo ma soprattutto umano. La conoscenza di più culture dona al singolo un'apertura mentale senza precedenti, favorita dalla rapidità che caratterizza la società contemporanea.
Visti i tempi che corrono, mi sento in dovere di fare un'osservazione in merito al mio paese, l'Italia. Molti giovani vedono le lingue come un mezzo per fuggire dal mio Paese, meraviglioso ma tanto criticato. Il fenomeno della "fuga dei cervelli", ossia quella massa di giovani italiani con un alto potenziale intellettuale e lavorativo che scelgono di trasferirsi all'estero per migliori opportunità, sta conoscendo una crescita esponenziale e fa gola, anche a me, devo ammetterlo. Nonostante ciò il potere di una sana comunicazione e un corretto uso del linguaggio potrebbero contribuire a riabilitare l'immagine del mio paese. Servono nuove idee, nuovi talenti, è necessario creare relazioni più solide con gli altri stati: bisogna quindi saper sfruttare le lingue, e l'empatia che solo esse sanno instaurare.
È proprio questo lavoro minuzioso di scovare il significato intrinseco delle parole e di evitare malintesi che più mi ha affascinato del mondo della traduzione, che ho scoperto grazie a questo concorso. Tradurre è un'interpretazione libera, simile alla pittura. Il pittore non riproduce mai sterilmente la natura intorno a sé, ma la rielabora, la interpreta, le dà significato e sentimento. In quest'ottica la lingua originale di un testo è la realtà, e la lingua nella quale si traduce è il quadro: il più possibile fedele all'originale, ma personale, colorato di parole, di modi di dire, di espressioni che ogni singola lingua possiede."
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