L'Italia torna nel mirino dell'UE per il mancato rispetto della normativa sulla qualità dell'aria: una nuova procedura d'infrazione avviata dalla Commissione europea accusa diciannove zone e agglomerati di mettere in pericolo la salute dei cittadini con livelli di smog troppo elevati. Le aree colpite vanno da Nord a Sud e interessano dieci Regioni italiane: Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria. Una precedente procedura d'infrazione si era conclusa nel 2012 con una condanna della Corte di giustizia che confermava il mancato rispetto nel 2006 e nel 2007 dei limiti di PM10 in 55 zone. A pochi anni di distanza, l'esame dei valori di polveri sottili ha mostrato che in 13 di queste 55 aeree i valori massimi sono stati continuamente superati anche nel periodo 2008-2012. Per questo motivo la Commissione europea ha deciso di avviare una nuova procedura d'infrazione che, oltre alle 13 aeree già identificate nella precedente indagine, coinvolge sei nuove zone e agglomerati. L'Italia non è il solo Paese a non ancora aver attuato pienamente le norme sulla qualità dell'aria, non rispettate complessivamente da 17 Stati membri dell'UE. Negli ultimi cinque anni il rispetto della legislazione sulle polveri sottili è stato fra le priorità del Commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnik, e il nuovo Commissario designato Karmenu Vella ha promesso battaglia sullo stesso fronte: "la qualità dell'aria è un problema ancora molto grave e con effetti negativi sulla salute, sull'ambiente e sull'economia. Conto di agire velocemente su questo perché tutti i cittadini hanno diritto allo stesso livello di tutela", ha affermato oggi il politico maltese durante un'audizione davanti agli eurodeputati, impegnandosi a non permettere standard diversi fra i Paesi UE.
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